Cosa ho capito della montagna

cosa ho capito della montagna

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Benvenuto e Benvenuta in Natural Mind Professional.
In questa prima sezione ti racconterò "Che cosa ho capito dalla Montagna", ovvero che cosa penso che si potrebbe migliorare se si frequentasse la montagna con uno stile originale, ma organizzato in chiave moderna.
Esplorando il sito scoprirai le tante risorse che ho preparato per aiutarti a conoscere la montagna approfondendo gli aspetti più importanti in modo da fornirti di tutto quello che ti serve per iniziare a frequentarla in ogni stagione dell'anno.
Le esperienze a tema proposte servono per stare bene con mente e corpo e per "staccare" dalla routine quotidiana riallineandosi con se stessi!

Il turismo di massa in montagna, se non controllato, può avere ripercussioni anche disastrose


Come stiamo andando in montagna?

Nato e cresciuto tra le valli ossolane a nord del lago Maggiore in Piemonte, fin da bambino ho avuto la possibilità di frequentare la montagna e osservarne nel tempo lo scorrere delle stagioni con gli sport più belli che si possono fare in ambiente.
Anno dopo anno ho conosciuto persone, sperimentato nuovi itinerari e discipline e cercato di capire sempre di più questo grande mondo della Montagna!
Forse per l'esperienza acquisita, forse per le notizie che si sentono o magari per il mio modo "alla buona" di frequentare i monti ho notato nel tempo, tuttavia dei cambiamenti nella memoria collettiva e di conseguenza anche nell'approccio dell'andar per monti.
Al giorno d'oggi in generale, si fa più fatica a vivere stabilmente in montagna e la sua frequentazione sta diventando sempre più un "mordi e fuggi" da parte delle persone.
Ecco allora la tendenza ad affrontare le montagne (anche le più elevate) in tempi molto ridotti, impostando dei ritmi molto veloci come se ci si trovasse in una gara.
Vero, le infrastrutture come autostrade e impianti rendono questo possibile, ma sicuramente il fascino di gustarsi la salita già dalla sera prima e svegliarsi adrenalinici e scalpitanti per partire, vengono meno!
Così come il tempo necessario per ambientarsi e conoscere il luogo, non solo dal punto di vista escursionistico, ma soprattutto dal punto di vista culturale, storico e folcloristico, viene ridotto sempre di più fino a diventare quasi una perdita di tempo nella foga di arrivare in cima e fare tutto in giornata per il solo scopo di spuntare il proprio elenco di cime da raggiungere entro la stagione o l'anno.
Facendo così viene meno l'abitudine anche a condividere gli spazi e il tempo chiusi in un bivacco o un rifugio in quanto si è abituati a non avere troppe persone nei paraggi che diventano quasi un ostacolo nel proprio fare frenetico della giornata, anche su un sentiero in mezzo alla natura.
Questi atteggiamenti sono un danno per la Montagna perché portano a frequentarla con troppa superficialità e quindi senza il giusto rispetto che merita.
È così che allora capita di assistere a episodi di confusione e maleducazione che portano solo a ingorghi sulle strade e nelle infrastrutture in altura e a sceneggiate totalmente fuori luogo.
Se si aggiunge anche che il XXI secolo ha portato la moda dei "selfie" e delle "stories" in cui in pochissimi secondi bisogna raccontare un qualcosa che ha colpito la nostra attenzione, ecco che se prese troppo sul serio, portano le persone a condizionarne il comportamento e a farle agire in azioni irrazionali, vuote e inutili pur di attirare chissà quale attenzione, facendo dimenticare dove realmente ci si trova e il motivo per cui si è fatta tanta strada e fatica per trovarsi in quel magico contesto naturale, a volte neppure privo di rischi.

La Montagna non è un palcoscenico in cui esibirsi, ma la scenografia perfetta che, se lo si vuole, aiuta a ritrovare la propria natura, la propria identità

I cambiamenti climatici stanno trasformando in maniera radicale soprattutto l'ambiente di alta montagna


Il mondo sta cambiando

L'escursionismo è un'attività economica a cui possono avvicinarsi praticamente tutti.
Non tutti sanno però che questa disciplina presuppone ampie conoscenze che spaziano dalla meteorologia ad un'approfondita conoscenza della cartografia e delle tecniche escursionistiche.
È un'attività che si può iniziare a praticare subito, praticamente in ogni stagione e se non si conoscono le prime, basilari regole consuetudinarie possono portare i praticanti in situazioni pericolose di negligenza che sommate alla possibile poca preparazione atletica e tecnica diventano le cause principali che mettono in difficoltà gli escursionisti quando cambia il tempo improvvisamente o quando perdono l'orientamento.
È quando queste situazioni degenerano in criticità in cui è necessario l'intervento del Soccorso Alpino, che alla cronaca passano allora per episodi di persone imprudenti che hanno preso con troppa superficialità un'escursione in montagna, magari senza conoscerne neanche il territorio preventivamente.
In realtà ogni incidente o situazione pericolosa in Montagna deriva da una scarsa valutazione anticipata della situazione che, a causa magari della poca esperienza, porta a sottovalutare e quindi col trovarsi in situazioni pericolose in maniera improvvisa.

La Maggior parte delle volte non è la Montagna a provocare un'incidente, lei si muove e agisce di conseguenza secondo la sua natura; è l'uomo che deve studiarla, prepararsi e anticiparla in ogni istante in cui lui in realtÀ è l'ospite e non il padrone tra le sue valli e le sue cime

Irresponsabilità, superficialità e quella ricerca d'immagine costruita che annebbia il cervello sono alcuni aspetti che stanno a poco a poco trasformando l'andar per monti in sfilate commerciali immerse in un parco giochi.
Da ricordare che il Soccorso Alpino ogni anno registra la maggior parte degli interventi proprio in attività legate all'escursionismo.

Le mura e le coperture in pietra delle antiche abitazioni stanno diventando un patrimonio di inestimabile valore culturale


Il ricordo del passato

Crescendo in montagna, da bambino, ho avuto la fortuna di osservare quegli anziani, gli ultimi, che da giovani "caricavano" per davvero ancora l'alpe muniti di scarpe in cuoio con suole in legno bordate di chiodi, con quel ritmo lento e secolare che ha segnato profondamente le valli così come le conosciamo oggi.
Di loro mi è rimasto impresso il loro profondo legame con la montagna, di come sapevano osservare il tempo sia delle nuvole sia delle ombre senza orologi perché all'epoca non esistevano ancora, di come sapevano interpretare giustamente le forme della montagna per ricavarci mulattiere, alpeggi e sistemi d'irrigazione perfetti, ma soprattutto ho capito crescendo, di quanto la rispettavano in ogni loro azione quotidiana.

Il rispetto è un eccezionale metro di misura per capire quanto una persona conosce veramente la Montagna

A quel tempo, nelle valli in montagna, la maggior parte delle persone non poteva studiare e la quinta elementare era già il massimo titolo di studio raggiungibile (inizio 1900), eppure sapevano benissimo cosa fare nel momento giusto e nel posto giusto, in ogni situazione legata alla loro vita.
Sapevano osservare il tempo e leggere il territorio perfettamente.
Anche il loro carisma, la loro educazione e la loro umiltà sembrano valori che oggi sono sempre più difficili da incontrare frequentando i sentieri e gli alpeggi diroccati da molto, molto tempo.

Segni di antiche attività estrattive in val Brevettola, valle Antrona


La nuova realtà

Ciò nonostante, quelli che sono diventati miei ricordi di queste persone, nel tempo ho cercato di farli riemergere nella mia mente e di ricostruire quel loro messaggio frutto della loro vita fatta di sacrifici e lavoro che probabilmente ho pensato possa diventare la chiave per iniziare a conoscere veramente la montagna in tutte le sue sfaccettature soprattutto in un periodo storico in cui s'incomincia a non avere più collegamenti diretti con questi tempi antichi.
Le generazioni passano e gli anziani dei Paesi diventano sempre meno e con loro se ne sta andando un pezzo di Storia troppo importante per essere dimenticata o distorta dalla sua realtà.
Esaminando questa eredità in parte acquisita dai miei avi e in parte influenzata dal contesto della mia infanzia, ho trasformato nelle mie attività quel punto di vista e quello stile di vita in soluzioni di stampo originale per la vita moderna che se da una parte ne ha ormai cancellato le tracce, dall'altra parte ne ha bisogno come un marinaio in preda alla tempesta scorge lontano la luce di un faro che gli indica la direzione per avanzare più sicuro.

È bellissimo seguire queste orme del passato!
È come decifrare la mappa di un antico tesoro non materiale però, ma di qualcosa di più prezioso

Personalmente, oltre a scoprire molti tasselli nascosti fuori dai principali sentieri, ogni esperienza mi fa scoprire anche un nuovo angolo di me stesso.
La cosa è resa ancor più gradevole grazie alle comodità che la vita moderna offre rispetto ai nostri nonni, quando non c'era davvero nulla e il pensiero di chi stava in montagna sicuramente non era di andare a passeggiare così per diletto perché c'erano ben altri pensieri impellenti da adempiere per la stessa sopravvivenza della famiglia di 7-8 figli anche e un considerevole numero di capi di bestiame per l'autosostentamento.
Al giorno d'oggi tutto è possibile in montagna: anticipare il meteo, avere tutta l'attrezzatura necessaria, sapere dove andare in ogni istante (Gps), punti d'appoggio gestiti, cibo a volontà e addirittura la possibilità di essere soccorsi in caso d'incidente.
Sembrano banalità, ma in fondo che cosa occorre altro per godersi la montagna al 100%?
E se l'avessero avute anche i primi esploratori delle Alpi queste possibilità come sarebbe andata?
Il viaggio per me è cominciato sin da bambino e con il corso degli anni ho aggiunto sempre più capitoli e consapevolezze fino a portarmi qui oggi a proporre e raccontarti la mia passione probabilmente inconsciamente tramandata da generazioni.

Trincee della Prima Guerra Mondiale e sullo sfondo le Tre Cime di Lavaredo, simbolo delle Dolomiti UNESCO


Per non dimenticare

Un tempo inoltre, camminare liberi in certi luoghi soprattutto in Dolomiti non era affatto possibile a causa di situazioni difficili come la Prima Guerra Mondiale, che tra l'altro segnò l'inizio del vero cambiamento di vita della popolazione montanara con l'inizio dell'abbandono delle malghe e annesso quello stile di vita che si ripeteva da molti secoli.
Vero, quella guerra è finita da un pezzo per fortuna, ma le cicatrici sul territorio sono ancora li quasi fresche e la cultura popolare sta vivendo un momento di forte ricordo per restituire la gloria e fissare nel tempo di nuovo quella Storia.
Nuovi percorsi di libertà a piedi o in mountain bike, eventi a tema, manifestazioni nei luoghi storici e l'organizzazione di gruppi da parte degli AMM contribuiscono tutti a divulgare e condividere questo passato che non va dimenticato perché patrimonio della cultura locale e Nazionale del nostro Paese.
Occorre ringraziare del periodo storico in cui viviamo, nonostante le difficoltà e gli spettri che aleggiano sul nostro futuro!

Quello che fa la differenza in questa abbondanza è a cosa vogliamo dedicare il nostro tempo, chi vogliamo diventare e come decidiamo di ascoltare il nostro corpo per dargli il meglio

Cosa fanno i bambini spensierati? Giocano, corrono e creano!
Cosa può fare un adulto quando è "spensierato" durante una sua giornata di ferie o di week end?
Potrebbe giocare con i suoi bambini o con le sue passioni, allenarsi per stare in forma e meditare su come sta andando la sua vita adulta!
Quale miglior luogo per fare tutto questo? Certamente la montagna con la sua pace e il suo silenzio può essere un luogo adatto.
Non a caso le persone cercano sempre di più l'equilibrio e il silenzio in un mondo in cui si è bombardati e frastornati da mille cose ogni giorno.

La montagna sa prendersi cura di te! Se tu sai prenderti cura di lei!

Certo bisogna conoscerla e capirla prima di affrontarla e nonostante tutto, ti metterà sempre alla prova per crescere o per farti imparare qualcosa di nuovo se tu glielo permetterai.